Ercolano, sorella minore di Pompei

Meta fissa di migliaia di turisti all’anno, Ercolano è l’altra grande città romana che, insieme a Pompei, subì in maniera gravissima le distruzioni apportate dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.. Anch’essa posta alle pendici del vulcano, dopo aver subito il terremoto del 62 d.C. dal quale subì gravi danneggiamenti, venne completamente sotterrata, in quell’anno fatale, dall’immensa massa di materiali eruttati. La sua sorte fu però diversa da quella di Pompei. Infatti mentre quest’ultima venne investita da una paurosa pioggia di cenere e lapilli che ne lasciò in parte intatte le abitazioni e che facilitò la successiva opera di scavo, Ercolano fu invece sommersa da un alto strato di materiali lavici che nel giro di poco tempo si solidificarono.

Questo fattore fu importante per la storia dei ritrovamenti archeologici. Infatti sebbene si conoscesse l’esistenza di una antica città sepolta, non era mai stato possibile avere alcuna indicazione della collocazione di essa data l’estensione delle masse laviche ormai divenute durissimi strati rocciosi. Fu così solo per caso che, agli inizi del 1700, venne fatto il primo importante ritrovamento nella zona del Teatro. Da quel momento si scavarono cunicoli, corridoi sotterranei, che gradatamente evidenziarono le strutture di diverse abitazioni.

Nel secolo successivo l’opera di ricerca divenne più sistematica e razionale e fu così riportata alla luce gran parte dell’antica Ercolano. Un altro settore, anch’esso cospicuo, giace ancora sotto l’abitato di Resina, il paese che vi è stato ricostruito sopra. La visita degli scavi si presenta molto varia e ricca di spunti interessantissimi: ville terme, teatri, negozi, strade. Dal 1997 la sua area archeologica fa parte dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.

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